In un tempo infinitamente lontano, la dea Miluotuo mandò le sue tre figlie sulla Terra, perché vivessero la loro vita nel modo che preferivano.
Tutte contente, le ragazze si misero in viaggio nel cuore della notte, e, stanche com’erano, appena arrivate si addormentarono.
Il giorno dopo la figlia maggiore si alzò all’alba, prese un aratro e con quello arò le grandi e feritili pianure. Da lei discende la gente Han, che lavora la terra e la fa fruttare.
La seconda figlia si alzò un po’ più tardi, prese carte, inchiostro, pennelli e libri e si ritirò in città, a studiare e meditare. E’ lei l’antenata della gente Zhuang, particolar mente abile nella pittura, nella calligrafia, nella musica e negli scacchi.
La terza figlia si alzò tardissimo e quando vide che le sue sorelle si erano ben sistemate, prendendosi il meglio, scoppiò a piangere e andò a lamentarsi dalla madre. Pigra come sei non meriteresti nulla” le disse Miluotuo “ma ti aiuterò lo stesso ecco, questo è tutto il riso che abbiamo in dispensa, e laggiù c’è una zona montagnosa dove potrai seminarlo”.
La ragazza andò e seminò il suo riso, ma appena spuntarono i germogli i gatti selvatici vennero a calpestarli. Quando poi le piantine misero le foglie, i cervi ne brucarono un bel po’ e quando, infine, maturarono le spighe gli uccelli se le mangiarono dalle prima all’ultima.
La terza figlia andò di nuovo da Miluotuo: “Come sono disgraziata, madre! Aiutami tu!”. Allora la dea le regalò un grande tamburo di rame e le consigliò di imparare a suonarlo.
“Ma a che cosa mi serve?” chiese la ragazza, e se ne andò avvilita, portandosi dietro l’enorme e pesantissimo strumento.
Una volta sulla terra, però, decise di seguire i consigli della madre e sistemò il tamburo sulla montagna, tra le risaie.
Così scopri che, suonandolo ogni giorno, riusciva a spaventare e a tenere lontani gli animali che le rovinavano il riso. Il raccolto fu straordinariamente abbondante e le permise di nutrire e crescere molti figli e nipoti che più tardi divennero la gente Yao.
E ancora oggi gli Yao, bravi coltivatori di riso, il giorno 29 del quinto mese festeggiano il compleanno della loro nonna divina, Miluotuo, suonando i loro tamburi di rame e danzandoci attorno.