Anticamente il sole, la luna, i fiumi e le montagne provvedevano a tutto ciò di cui l’uomo avesse bisogno e l’uomo, a sua volta, viveva in armonia con la natura, la rispettava e le era grato per la sua protezione.
Ma poi l’armonia finì e gli uomini cominciarono a lottare gli uni contro gli altri per il possesso della terra o per la pesca nei fiumi o per il legno degli alberi. Nacquero i cattivi sentimenti, le guerre, i litigi e l’avarizia. Gli elementi della natura si arrabbiarono –Se gli uomini non sanno comportarsi con saggezza, noi non daremo loro più nulla!- e mandarono sulla terra una terribile carestia.
L’acqua dei fiumi scomparve, gli animali si accasciarono stremati, il terreno si asciugò e divenne un ammasso di blocchi duri come la pietra impossibili da arare o seminare.
Gli uomini si disperarono e piansero, tra loro molti erano buoni e non meritavano questa situazione.
-Non è giusto che tutti debbano patire a causa di coloro che sono cattivi- disse il dio Tayta Inti osservando la sofferenza degli uomini e inviò il dio Pachacamac sotto forma di condor per metterli alla prova e capire quali di loro si meritasse una nuova pace.
Pachacamac discese sulla terra inaridita e portò agli uomini dei semi a loro sconosciuti. –Seminateli e vedrete- disse e, senza aggiungere altro, tornò a sedere al fianco di Tayta Inti.
Gli uomini buoni accolsero i semi con gioia e li piantarono con grande fatica nella terra dura e secca, poi aspettarono. I semi affondarono le radici in profondità e trovarono un po’ d’acqua nascosta e diedero vita a migliaia di piante dai grandi fiori viola.
-Che cosa dobbiamo mangiare? I fiori sono tanti e belli, ma non calmano la fame- si lamentarono subito alcuni. –Aspettiamo, dobbiamo credere negli dei- dissero altri più fiduciosi. E fu allora che gli uomini alzarono lo sguardo sulla montagna e videro un’ombra enorme che si spostava lungo le sue pendici: erano le ali di Pachacamac che scendeva per dare loro consigli –Mettete la mano nella terra e prendete la radice, troverete una radice grande come la pietra.
Gli uomini gli credettero ed estrassero dal terreno asciutto queste grosse radici, che misero a cuocere sul fuoco e che li sfamò per sempre.
Poi alzarono gli occhi verso il cielo e ringraziarono il dio che li aveva salvati dalla fame e aveva mostrato loro che non il fiore e cioè l’apparenza era importante, ma la radice, la sostanza era quella che portava vita.
Quella radice si chiamò “patata” e si diffuse in tutto il mondo, tanto che oggi nelle Ande ce ne sono più di 1500 varietà.