Oltre duemila anni or sono, un re della dinastia Hung Vuong, sentendosi invecchiare, convocò a corte i suoi ventidue figli. “Cercate l’alimento più raro e più gustoso affinché io possa offrirlo ai nostri avi per propiziarmi la loro benevolenza. Chi di voi saprà trovare questo cibo sopraffino sarà mio erede e diventerà re”. Tutti i principi si misero alla ricerca delle meraviglie dei mari e delle foreste, ma nessuno di loro riuscì nell’intento. Una notte, tuttavia, un genio apparve in sogno a Lang Lieu, unico fra i figli del re a vivere in povertà. “Non vi è nulla sulla terra di più prezioso del riso” disse, “Il riso non ha eguali fra gli alimenti. Prendi dunque del riso cotto al vapore e fanne un impasto tondo come il cielo. Con del riso crudo fai una sfoglia, quadrata come la terra. Farcisci questi dolci con carne di maiale ed avvolgile in foglie di banano”. Il giovane Lang Lieu seguì le indicazioni del genio ed offri il suo dolce al re che ne apprezzò il gusto delicato. Tenendo fede alla sua promessa, il sovrano abdicò in favore del figlio. Il dolce tondo fu chiamato banhday, quello quadrato banh chung. Da allora essi vengono offerti in tutte le cerimonie vietnamite, in particolare durante i festeggiamenti per il Tèt che segna l’inizio dell’anno Lunare. E, secondo un vecchio adagio popolare vietnamita, senza banh chung e senza sentenze parallele (frasi augurali scritte in antichi caratteri su carta rossa, colore della felicità) la celebrazione del Nuovo Anno sarebbe incompleta.