In tutte le feste e le celebrazioni religiose viene data grande importanza alla preparazione e all'offerta di cibi speciali, preparati per l'occasione. In tutte queste occasioni il cibo assume un vero e proprio valore rituale.

 

VESAK

 

Per i buddisti la festività del Vesak è la festa religiosa più importante dell'anno: essa celebra la vita del Budda e cade nella luna piena di maggio.

Budda significa "colui che si è svegliato", nel senso di una persona che ha raggiunto la completa saggezza e comprensione del mondo. La gente chiama così il principe indiano che visse più di 2550 anni fa.

Il suo nome fu Siddhartha Gautama, quando aveva 29 anni egli lasciò il lussuoso palazzo, per cominciare a vivere una vita di raccoglimento e meditazione. Ascoltò tutti i religiosi indù, ma non amò i loro insegnamenti. Poi, un giorno, mentre stava seduto sotto un albero, venne a lui l'illuminazione o la completa comprensione. Decise che avrebbe condiviso con la gente la sua nuova conoscenza e così viaggio per tutto il nord dell'India, predicando.

L'insegnamento di Budda non si occupò tanto di Dio quanto di come la gente potesse vivere in armonia senza miseria. Egli disse che i desideri e le voglie umane stavano alla base di tutte le sofferenze. Se la gente avesse abolito il desiderio, non avrebbe più sofferto.

Al Vesak i buddisti si radunano nel tempio e la statua di Budda viene decorata con fiori. Un monaco parla dell'illuminazione di Budda e del suo insegnamento. La gente addobba anche le case con ghirlande e candele e si scambia regali.

Doni in soldi e cibi sono lasciati sulla soglia delle case dei poveri e gli uccelli catturati vengono lasciati liberi in ricordo della sollecitudini di Budda per il genere umano.

Questa è una ricetta dell'India settentrionale dove Budda predicò e insegnò al popolo.

 

Verdure in salsa curry

 

Ingredienti:

250 gr di carote

175 gr di ceci lessati ben scolati

40 gr di semolino

1 spicchio d'aglio schiacciato

1 cucchiaino di radice di ginger grattugiata

1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere

1 grossa cipolla

1 cucchiaino di coriandolo in polvere

sale, pepe e farina

 

Per la salsa curry:

400 gr di pomodoro in scatola

1 cipolla

2 cucchiaini di garam masala (misto di spezie)

2 cucchiaini di cumino

sale

un pizzico di pepe di caienna

a cucchiaino di menta fresca tritata

 

Pelare e affettare le carote, metterle in una pentola coprendole con acqua e farle bollire per 20 minuti.

 

RAMADAN

 

Alcune religioni osservano periodi di restrizioni, dedicati alla meditazione e al rafforzamento della fede. La Quaresima è il periodo in cui i Cristiani si impegnano a moderare il consumo di alcuni cibi, così come il ramadan è il mese in cui i musulmani sperimentano il digiuno e l'autodisciplina.

Come l'antico calendario cinese, il calendario musulmano è basato sui movimenti della luna. Ciò significa che l'anno dei musulmani è di dieci giorni più corto dell'anno cristiano e, ciclicamente, ogni mese musulmano passa attraverso tutte le stagioni dell'anno. Così il Ramadan, anche se è sempre il nono mese del calendario musulmano, si sposta gradualmente attraverso le diverse stagioni dell'anno. Il Ramadan è la ricorrenze più importante, ed è dedicato al mese in cui Maometto ebbe la sua prima visione (mentre pregava in una grotta vide l’Arcangelo Gabriele che gli disse di andare e di predicare al mondo che vi era un unico Dio e che Maometto era il suo profeta). Per tutto il mese di Ramadan i musulmani non mangiano né bevono dall’alba fino a tramonto del sole. Fanno una prima colazione molto presto al mattino, e poi osservano il digiuno fino a che viene buio. Non possono neppure bere una goccia di liquido, nemmeno nelle ore più calde del giorno. Durante il Ramadan non vi sono incontri o inviti e i musulmani leggono il Corano e pregano, e cercano di evitare qualsiasi cattivo pensiero.

La fine del Ramadan è celebrata con un grande festa. Il sacerdote comunica nella moschea ai fedeli che il Ramadan è finito quanto appare all’orizzonte il profilo della luna nuova.

La festa è detta la “Festa della rottura del raccoglimento” o Id-ul-Fitr: per tre giorni c’è una grande quantità di roba da mangiare con cibi speciali, e si susseguono molte riunioni e inviti. Gli amici si scambiano visite e ci si attende che siano serviti cibi speciali per l’occasione. Il Ramadan è anche un momento per donare ai poveri e ogni famiglia mette da parte una somma a questo scopo.

 

 

Questa è la ricetta di un dolce che si serve durante l'Id-ul-Fitr.

 

Kheer

 

Ingredienti:

15 gr di burro

50 gr di riso a grani lunghi

50 gr di spaghettini fini

300 ml di latte

50 gr di latte in polvere

semi di 3 cardamomi tostati

1 cucchiaino di acqua di rose

1 cucchiaino di pistacchi o mandorle tritati

noci a piacere

50 gr di zucchero

25 grammi di uvetta

 

Far fondere il burro in una pentola a fondo spesso e friggere il riso e la pasta fino a che divengano dorati.

Versarci sopra il latte e portare a ebollizione. Far bollire adagio per 15 minuti.

Aggiungere lo zucchero, il latte in polvere, l'uvetta e il cardamomo. Far ancora bollire adagio per 15-20 minuti, mescolando ogni tanto.

Quando si inspessisce, aggiungere l'acqua di rose.

Spargere le noci, i pistacchi o le mandorle e servire caldo oppure freddo.

IL CAPODANNO CINESE

 

L'antico calendario cinese era diverso da quello occidentale; era basato sui movimenti della luna. Ogni volta che appariva la luna nuova, cominciava un nuovo mese. Ciò rese l’anno cinese più corto di un mese rispetto all’anno occidentale che si basa sui movimenti della terra intorno al sole. L’anno che si basa sulla luna è chiamato “anno lunare”, mentre l’altro è detto “anno solare”. Ogni anno cinese porta il nome di un animale. Secondo la leggenda, dodici animali risposero alla chiamata del Budda: il topo, il bue, la tigre, il coniglio, il drago, il serpente, il cavallo, la capra, la scimmia, il gallo, il cane ed il maiale. Uno dopo l’altro, ciascun anno prende a turno il nome di ognuno di questi animali. Si pensa che la gente nata in un certo anno sia simile all’animale da cui prende il nome.

La data del Capodanno cinese cambia ogni anno, ma cade sempre tra il 21 gennaio e il 20 febbraio. I preparativi per la festa cominciano molto per tempo. Dieci giorni prima i proprietari delle case ed i negozianti cominciano a pulire le loro proprietà, ed ogni sera si allestiscono speciali mercatini per vendere fiori o dipinti, disegni e porcellane decorate a fiori.

Alla vigilia del nuovo anno, tutta la famiglia si raccoglie per cominciarlo insieme. Fuori, le celebrazioni cominciano allo scoccare della mezzanotte. Fuochi d’artificio esplodono nelle strade per scacciare gli spiriti del vecchio anno.

Nelle grandi città del mondo occidentale dove vivono comunità cinesi, nel giorno del Capodanno si vedono delle processioni guidate da simpatici draghi che bussano alle porte. Il proprietario della casa o del negozio apre la porta per dare il benvenuto al buon augurio. In questo giorno dell’anno sono serviti stuzzichini speciali: ciotole piene di arachidi, semi di melone, frutta secca. Questo perché ognuna di queste cose ha un significato particolare: buona fortuna, lunga vita, felicità. Questi ingredienti si usano anche per fare biscotti e focacce speciali.

 

Dolci di Capodanno

 

Sono cibi tradizionali per l’Anno Nuovo e sono il simbolo della buona fortuna Si vendono in tutta la Cina e nei quartieri cinesi delle città occidentali. Con la seguente ricetta i dolci di Capodanno si possono fare anche in casa.

 

Ingredienti:

25 gr di arachidi

1 cucchiaio di semi di sesamo

100 gr di burro o margarina

100 gr di zucchero

1 uovo

175 gr di farina di riso

50 gr di farina di grano

25 gr di datteri

 

Accendere il forno a 180° e foderare una grossa teglia con carta oleata.

Far tostare le arachidi nel recipiente foderato lasciandole nel forno fino a che non abbiano assunto il colore dell’oro e poi tritare.

Far tostare nelle stesso modo i semi di sesamo, poi mescolarli con le arachidi.

In una terrina sbattere il burro o la margarina con lo zucchero usando il cucchiaio di legno fino a che il tutto non diventa chiaro e soffice. Sbattere ancora dopo aver aggiunto un uovo, aggiungendo anche un po’ di farina e facendo in modo che non si formino grumi.

Aggiungere, sempre nella terrina, le farine di grano e di riso insieme alla miscela di arachidi e semi di sesamo e mescolare l’impasto.

Lavare le mani, asciugarle, infarinarle e dall’impasto fare 12-14 pallottole dando poi loro la forma di dischi di 6-7 centimetri di diametro e di mezzo centimetro di spessore.

Mettere un dattero al centro di ogni dischetto e ripiegargli sopra l’impasto.

Mettere i dischetti su una teglia e infornare.

Lasciare cuocere per 15 minuti.

LA PASQUA EBRAICA

 

Questa festa ebraica è una delle più antiche del mondo. Essa esisteva ben prima della Pasqua cristiana. Infatti lo stesso Gesù celebrò la Pasqua ebraica nella sua “ultima cena” poco prima della crocifissione.

La Pasqua ebraica si celebra in ricordo dell’esodo degli ebrei dall’Egitto. Molto tempo fa, circa 1250 anni a.C., gli ebrei erano schiavi del faraone d’Egitto. Con l’aiuto di Dio, Mosè li condusse verso la libertà nella terra promessa. La Pasqua dura una settimana e vi sono cerimonie particolari dal primo all’ultimo giorno. E’ veramente una festa della famiglia e si celebra in casa. La prima notte e talvolta anche la seconda, la famiglia si riunisce per ricordare la storia e celebrare la fuga dall’Egitto. Al centro del tavolo vi è un piatto che contiene dei cibi simbolici che stanno a ricordare i particolari della storia. C’è un osso di agnello per ricordare il sangue di agnello che fu sparso per intervento divino, prima della fuga dall’Egitto, sulla porta di tutte le case in cui vi erano bambini ebrei. Il prezzemolo sta a ricordare la sorgente e, prima di mangiarlo, lo si immerge in acqua salata. L’acqua salata rappresenta le lacrime della schiavitù in Egitto ed il Mar Rosso che si aprì per permettere agli Ebrei di fuggire. Vi sono anche erbe amare che fanno venire le lacrime agli occhi, sempre a ricordo delle lacrime della schiavitù.

Tuttavia, queste, prima di essere mangiate, sono intinte in una pastella dolce, chiamata haroset, che rappresenta gli impasti che gli schiavi ebrei usavano per eseguire le costruzioni egiziane. Le erbe amare e la pastella dolce vengono unite per ricordare un amaro inizio e una dolce e lieta fine della storia.

Durante la cerimonia il bambino più piccolo presente fa domande particolari cominciando con “perché questa notte è diversa da tutte le altre?” e, quando viene data la risposta, il racconto comincia a svolgersi. Si mangia il cibo simbolico nei momenti giusti del racconto.

Durante la settimana di Pasqua molti Ebrei non mangiano pane lievitato. Ciò perché nel giorno in cui gli Ebrei lasciarono l’Egitto non vi fu il tempo di attendere che la farina impastata con l’acqua lievitasse e tutti dovettero mangiare del pane non lievitato e cotto in fretta.

Ancora oggi, durante la Pasqua, si mangiano i matzoth, simili a biscotti secchi fatti di acqua e farina.

Haroset

 

Questa è la ricetta del tipico haroset servito nelle case degli Ebrei durante la Pasqua. Ogni famiglia interpreta la ricetta con delle varianti particolari: alcune famiglie, ad esempio, possono aggiungere uvetta e datteri tritati.

 

Ingredienti:

3 mele

50 gr di mandorle tritate

1 cucchiaio di zucchero

1 cucchiaino di acqua

½ cucchiaino di cinnamomo

 

Pelare le mele e togliere loro il torsolo, poi tagliarle a pezzetti. Mettere tutti gli ingredienti in una teglia e mescolarli bene. Servire con i matzoth.

FONTI:

- "Ogni bambino del mondo ha diritto al suo cibo" su VPS, 1992